Mi ha fatto tornare in mente la conversazione avuta al mattino con mio figlio il quale uscendo da scuola era scosso e ancora in imbarazzo per un'esperienza vissuta in classe che gli aveva lasciato un senso di rabbia.
Era furioso perché gli è stato chiesto di cantare in classe insieme a tutti i suoi compagni una canzone che lo metteva a disagio per il testo e per la mimica.
Dopo aver parlato insieme e appurato quali emozioni lo stessero travolgendo (e ovviamente anche dopo aver pranzato cosa che conta per i cibopatici come noi) si è sentito meglio e ha ammesso che a ripensare alla canzone non si sentiva più in imbarazzo e di voler trovare il modo per poter superare il suo impasse.
Questa mattina al rientro da scuola salendo in macchina, in modo di tutto inatteso, mio figlio mi ha annunciato orgoglioso di essere già riuscito a superare il suo imbarazzo con la canzone e che è riuscito a partecipare con gli altri compagni oltre che al canto anche alla pantomima.
Sono rimasta meravigliata per la rapidità con cui ha saputo parlare delle proprie emozioni e di reagire in maniera positiva e a proprio vantaggio.
Ho ripensato a me stessa alla sua età. Ero seriosa e chiusa, sempre allerta e tesa perché non potevo esprimere le mie emozioni per paura d'essere giudicata o di far preoccupare i miei genitori e della mia chiusura soffrivo e mi penalizzavo anche nel rapporto con in miei compagni.
Girando in internet ho trovato qualcosa di interessante. Leggi qui