giovedì 24 novembre 2011

Allattamento

Ora sto meglio. Sono passati 50 giorni dalla nascita di Enea. Come è suggerito dalla nuova scuola di pensiero lo ho attaccato al seno entro l'ora dalla nascita. Le endorfine facevano il loro lavoro ed io ero al settimo cielo. Ho lasciato che il bambino arrivasse d'istinto al capezzolo e lui teneramente è riuscito ad attaccarsi e li ha riposato sereno per minuti.

Il male è arrivato il giorno dopo. Avevo seguito il corso di allattamento per essere preparata quando il momento sarebbe venuto, però lo ho seguito con superficialità e credendo di sapere già cosa fosse l'allattamento. Ho visto come dev'essere la bocca del bambino quando è attaccato correttamente. Cos'è il colostro e la montata lattea. Ho preso nota con stupore che il latte può essere conservato in frigorifero per 48h e in freezer fino a 3 mesi.

Mai, mai mi sarei aspettata tanto dolore, un dolore profondo che non era assolutamente dovuto ad un attacco sbagliato. E la disperazione di non sapere a chi rivolgermi dato che ovunque leggevo, e chiunque interrogavo, diceva che se c'è dolore è perché il neonato si è attaccato male. Ma il piccolo cresce e anche velocemente, quindi mangia e a sazietà, un fattori che indicano un buon attacco al seno e che era in conflitto con gli altri indizi. E questa discrepanza mi ha reso folle. Ma ero determinata a non rinunciare, dovevo capire e risolvere il problema dato che tutto indicava che l'allattamento era ben avviato tanto da produrre latte sufficiente per mio figlio.

Ora che ho risolto, posso garantirvi che il dolore può esserci anche con un buon attacco e con i capezzoli integri. Dopo aver escluso ingorgo, mastite e mughetto. Con l'ostetrica e il pediatra del consultorio, che sostengono le madri che vogliono allattare, siamo arrivati ad ipotizzare che il tessuto del mio seno in parte fibromatoso fosse infiammato. Un'altra ipotesi è stata che il frenulo di Enea fosse troppo corto e trattenesse la sua lingua rendendogli difficoltosa la suzione e sollecitando eccessivamente il capezzolo. Per tanto abbiamo proceduto così: il pediatra ha inciso il frenulo ed io mi sono fatta una settimana di antinfiammatori, e ho risolto. Nessun dolore! Credevo che non sarei mai arrivata a dirlo. E ora voglio informare quante si trovano ad affrontare l'allattamento e soffrono ma non vogliono assolutamente rinunciare perché sono consapevoli che tutto procede correttamente.

Come prima cosa, già in gravidanza, occorre trovare un punto di riferimento. I consultori famigliari non hanno mai deluso le mie aspettative e mi hanno sempre offerto ascolto e sostegno. Ad Olbia come a Milano.

Altro consiglio, non fate come me che sono stata presuntuosa e superficiale, chiedete e interrogate le amiche che hanno allattato per conoscere le loro esperienze, prima del parto in modo da non essere completamente impreparate e non farvi scoraggiare in un periodo in cui ci sono già gli ormoni che giocano contro.
Di solito non se ne parla, non per nascondere a chi ancora non vi è passato, bensì perché si cerca di interpellare chi è esperto per averne sostegno.

Ma ecco il risultato delle mie sofferenze! Che d'altronde mi sta lanciando segnali di richiamo inequivocabili a cui non mi sottraggo più.